Ancora doppia faccia, doppia veste: quella istituzionale e quella mia solo mia che solo io leggo, un circolo autoreferenziale che serve a mantenermi su, in vita, quasi ad autoalimentarmi.
Di cui non voglio avere paura e per cui non voglio dover rendere conto a nessuno. Scrivo per lo più quando sono da sola in casa, scrivo per me per non perdere la mia identità che nelle tante cose da fare tendo ad accantonare, a non fare emergere..ma io ne ho bisogno e quindi quando posso e voglio apro questo luogo segreto, mi infilo tra le pagine virtuali ed anonime e mi guardo allo specchio, anzi no, mi guardo l'anima, troppe volte messa da parte.
E mentre scrivo, canto, imbevo le mie orecchie di musica che sento scorrere sulla mia pelle. Ed è quasi come se nella vita quotidiana non mi permettessi di esprimermi totalmente, come se lo ritenessi un lusso, un di più concesso solo a non so chi e invece ci sono cose che adoro fare da sempre, che mi concedo solo a piccolissimi sorsi, come se l'età adulta non potesse nutrirsi di ciò che la rende tale ed elevata. E invece no, cazzo non è possibile che nella vita ci siano solo i doveri, si debba pensare solo al lavoro, al restare nei ranghi..ne ho le palle piene di restare nei ranghi rivoglio la mia spensieratezza ed è solo colpa mia se le ho permesso di andarsene con gli anni dell'università. C'è ancora tutto da godere e non voglio tarparmi le ali da sola, è il momento di scrollarsi questa maledetta patina di dosso.

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